“…ma chi era ?”
Era un bambino come tanti altri …
Capelli nerissimi, riccioli da accarezzare, occhietti vispi e gioiosi. Con la fionda in tasca si aggirava sempre correndo assieme alla sua banda nei pressi di casa, vicino al fiume e sulle colline intorno, curioso, a esplorare il territorio.
Poi, diventato un ragazzino, come tanti altri, la scuola elementare. La maestra scriveva la nota sul diario: “Salta e ride in classe”. Le superiori , le sfrenate corse in bici, il pallone, l’amato pallone, gli amici, la pizza ma anche l’aiuto in casa alla mamma e al papà, il lavoro al negozio, le coccole alla nipotine e piano piano, senza un come un quando e un perché, la scoperta della montagna e dell’alpinismo. Un amore puro.
Per la sua innata tenacia, per la sua pazienza, per la sua forza fisica e per la sua forza di volontà – il tutto condito da modestia – è stato conosciuto e apprezzato dalle più alte figure dell’alpinismo nazionale. Era il generoso compagno di cordata e di sicurezza che tutti volevano accanto. E con Gianni Calcagno, maestro e amico, ecco il McKinley, il Denali , cioè la Grande Montagna : m 6194 di dura fatica.
Non sono più tornati.
Per noi Roberto è rimasto lassù, in Alaska, con i suoi sogni, con i suoi trent’anni, nascosto dietro una nuvola, schivo come è sempre stato.
Angela Raciti – CAI Chiavari –
Foto del campo Roberto Piombo a lui dedicato